Il Cratilo di Masini e C. Sas P.Iva 01093720538 Privacy Policy & Cookies Policy

giovedì 13 novembre 2008

All'ultimo minuto!

Ultimamente, quante partite si sono decise negli ultimi minuti?

(la famosa "zona Cesarini", dal nome di un calciatore che
segnava spesso all'ultimo momento).

Le statistiche ci indicano che le reti messe a segno negli ultimi
minuti di gioco sono piuttosto frequenti, sia nel secondo
che nel primo tempo.

Come mai?

Scelte tattiche? A volte può essere una causa: la squadra rischia il
tutto per tutto, per rimontare uno svantaggio.

Ma se stanno pareggiando come si spiega?

Stanchezza? solo in parte.

In realtà la vera ragione è il calo di concentrazione:
le reti di questo tipo nascono molto spesso da distrazioni
dei difensori, sia su azione che su calcio piazzato.

Che cosa provoca il calo di concentrazione?

Semplicemente lo spostamento temporale
dell'energia mentale.

In altre parole, capita che negli ultimi minuti
"la testa sia già nello spogliatoio".

Ancora più pericoloso è quando, trovandosi in vantaggio,
gli atleti spostano l'attenzione al futuro, pensando alla
sodddisfazione di aver già vinto.

Il rischio è quello di farsi pareggiare, anche perché
a quel punto si scatena un altro meccanismo:
l'energia mentale si sposta al passato,
consumandosi nel rimpianto del vantaggio.

Questo è il modo migliore per farsi segnare ancora.

Tre esempi famosi:

finale di Champions League del 1999,
Bayern Monaco-Manchester United,
il Bayern Monaco al 90' conduceva per 1-0;
nell'arco di due minuti, prima si
fece pareggiare e poi passò in svantaggio,
perdendo la coppa per 2-1;

il pareggio all'ultimo minuto della Francia con l'Italia,
all'Europeo del 2000.

Il meccanismo è sempre quello
che impedì all'Italia di giocarsi alla pari i supplementari,
subendo ben presto il golden gol:

1) spostamento (inconsapevole) dell'energia mentale al futuro
(coppa, festeggiamenti)
2) pareggio
3) spostamento dell'energia al passato (rimpianto del vantaggio)
4) blocco emotivo


la finale di Champions Milan-Liverpool, con la squadra italiana
da 3-0 alla sconfitta.

Esiste un rimedio?

Certamente: è uno dei segreti dei più grandi campioni,
che riescono a farlo inconsapevolmente.

Si tratta di imparare, con specifici esercizi, a dirigere
costantemente l'energia mentale sul "qui e ora".

Alla prossima
Enrico Masini
Specialista Alte Prestazioni Sportive